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L’ULTIMO SALUTO AL PRESIDENTE SEBASTIANO BATTAGLIA
Un corteo numeroso di esponenti della politica regionale, sindaci, autorità e semplici cittadini ha accompagnato nel suo ultimo tragitto il Presidente del Consiglio di Valledolmo alla Casa comunale dove, per qualche ora, è stata allestita la Camera Ardente per tributare gli onori civili a questo autorevole rappresentante delle istituzioni. Toccante è stata la lettura, da parte del sindaco, dell’ultimo atto amministrativo a firma del Presidente Sebastiano Battaglia: la convocazione del Consiglio Comunale per quello stesso giorno, nella quale era riportato un intenso ordine del giorno a cui era chiamato a deliberare il Consiglio. L’ultimo intenso atto di una vita, anch’essa intensa, dedicata al servizio della collettività. Nell’Aula Consiliare e al cimitero oltre al Sindaco hanno voluto ricordare la meritoria opera umana e politica di Sebastiano Battaglia i capigruppo del Consiglio comunale e gli amici. Si riporta di seguito uno degli interventi.
“Sic transit gloria mundi”.Chissà se l’eco delle mie parole giunge fino a te, che della parola hai fatto il vessillo della tua vita, chissà se il discepolo sarà in grado di assolvere al triste compito di onorare il proprio maestro, chissà se sia meglio che le parole lascino spazio al silenzio, il silenzio della riflessione, del dolore, del ricordo. Mentre osservavo il tuo corpo immobile, stridente era il confronto con l’immagine attiva che ognuno aveva di te, stridente era la suola immacolata delle tue scarpe con la tua abitudine al cammino, hai camminato tanto, lungo i percorsi tortuosi della vita. Ancora in quest’aula è vivo il suono delle tue parole, tu che ti sei assiso più volte come consigliere, come assessore, come presidente, come sindaco a tenere alti nella dialettica politica i tuoi ideali.Ancora scorgo nella memoria la gioia mista a commozione per l’elezione a presidente del consiglio, ancora ho davanti l’immagine serafica delle adunanze consiliari, punto di riferimento forte di esperienza per chi, per la prima volta, iniziava la sua avventura politica, ed è forte il vuoto di quella poltrona, che esprime a pieno il vuoto che tu hai lasciato dentro ognuno di noi.La mia è una testimonianza che va al di là degli avvenimenti, delle date, incrocia la condivisione politica di un progetto, il quotidiano incontro di idee, il piacevole scambio di opinioni, il sentimento di stima, di rispetto, di affetto filiale,in una parola: di amicizia.Ed oggi orfano di tanto affetto, orfano delle tue parole mi accosto alla tua bara, non più come prima, dandoci l’appuntamento per i giorni a seguire, ma nella mesta circostanza dell’ultimo saluto, per non rivederci più.A questo figlio di Valledolmo, nutrito di questo cielo e di questa terra, quel cielo che consola, che rasserena che assume la forma della speranza, della preghiera, della fede, e poi la terra di questo paese tanto amata da dedicarsi a lei nelle forme della vita politica attiva alla ricerca di un riscatto continuo, ed ancora, la terra,la sua terra nella quale ci portava orgoglioso, a vedere le viti, i suoi olivi, lì amava rifugiarsi, perché fonte di vita, di lavoro, là riscopriva le sue vere radici che sono le radici di tutti. “Ricordati uomo che polvere sei e polvere diventerai” questo è quello che mi disse mostrandomi quella stessa terra che idealmente lo ricongiungeva a chi non c’era più. Aveva un sogno quello di creare giovani capaci, onesti, degni di coltivare la sua passione per la politica, passione mai sopita verso quegli ideali che sono, prima di tutto, democratici e poi cristiani, posizione che in anni di radicali cambiamenti è rimasta sempre salda, in una coerenza che è tipica di chi vive la sua esperienza con passione e non per interesse. “Che saetta prevista vien più lenta”, ma qui la saetta c’ha sconvolti, trovati impreparati, lasciati impietriti, a tal punto che è difficile rendersi conto ed accettare , se non fosse per questa bara, che ci riporta alla dura realtà, era solo giovedì quando ci siamo visti, venerdì quando ci siamo sentiti, come quasi ogni giorno e sabato non c’eri più.Ma è la morte che ricorda a tutti la nostra condizione di uomini, nulla di fronte all’imperscrutabile destino,ma rimane quella consolazione forte, costituita dalla fede, nella speranza di poterci ritrovare sui banchi di un paradiso a poter ancora una volta discutere dei sogni. E adesso troviamo consolazione nei ricordi, i tanti che si affollano nella memoria e dico a tutti alla signora Pina a Mariolina a Rosario e a quanti gli hanno voluto bene: non esiste separazione definitiva finchè esisterà il ricordo.Non ti dimenticheremo mai…addio presidente addio amico Sebastiano.